lunedì 4 aprile 2011

SI RIPRENDE! Il cammino continua, la destinazione è chiara, il percorso ed i mezzi decidiamoli insieme.

Alle volte una pausa di riflessione è necessaria. Inoltre, ascoltare gli altri per un po' ti aiuta a chiarirti le idee. Perciò, lasciatemi sperare che i lettori, causali e non, di questo BLOG riescano ad apprezzare quanto questo mio silenzio ed ascolto di 15 mesi ha maturato in me. Un lettera che Massimiliano Sponzilli ha ricevuto e pubblicato poche ore fa sul suo blog (http://massimilianosponzilli.blogspot.com/) mi ha fornito l'occasione per riavviare il nostro dialogo e cammino. La riporto anch'io, seguita da un mio commento che ho simbolicamente indirizzato sia a Massimiliano che all'autore, il Sig. Pasquale, di fatto ìn risposta alla sua apprezzabile lettera, ma senz'altro anche una LETTERA APERTA a tutti. Colgo l'occasione del 150° Anniversario dell'ITALIA UNITA per augurare a tutti noi una BUONA ITALIA! ___________________________________ Dal Blog di Massimiliano Sponzilli: Ho avuto l'onore di ricevere questo messaggio che mi fa piacere render pubblico e condividere. ----------------------------------- A voi e alle vostre famiglie buon compleanno come ITALIANI. Io sono siciliano, mia moglie è veneta, due miei figli sono nati a Milano ed il terzo a Ginevra. Ho fatto l'infanzia ad Agira, il liceo a Catania, l'università a Torino, mi sono sposato a Torino, ho lavorato a Torino e a Milano, ho girato il mondo per il mio lavoro e poi son tornato in Italia. Nel mio lavoro ho contribuito allo sviluppo economico e sociale del mio paese, creando col mio team manageriale e con la società che ho diretto (meglio dire con la società che ho inventato, perché era morta e l'ho resuscitata) 10.000 posti di lavoro in Italia - metà al sud e metà al nord - ho dimostrato che si può fare alta tecnologia nel sud Italia, a Catania a Palermo a Napoli ea Lecce. Ho continuato a servire il mio Paese come Vicepresidente di Confindustria creando la piattaforma più avanzata per la ricerca privata della storia repubblicana, adottata dal governo Prodi nel 2007 - per poi essere congelata e sterilizzata dal governo Berlusconi - mi batto per una cultura ed una politica in Italia del risparmio e dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per risolvere la sfida energetica nei prossimi 30 anni. Mi piace la buona tavola, adoro la mia famiglia e più di tutti i miei nipotini, mi commuovo quando leggo i Sepolcri o sento l'inno di Mameli o guardo la Cappella Sistina, o uno delle migliaia di monumenti e capolavori creati nel nostro paese in 3000 anni di storia, mi piace ammirare le belle donne, sono pigro nella cura del mio corpo (son grasso da far schifo), mi sento parte delle tragedie che colpiscono l'umanità, come oggi in Giappone, mi sento responsabile delle miserie e delle povertà nel mondo perché non faccio abbastanza per combatterle, ... sono fiero della nostra storia , della nostra cultura delle nostre ricchezze umane, ...delle nostre campagne....dei nostri scienziati... dei nostri contadini....degli insegnanti e degli operai e degli impiegati che tirano la carretta con dignità......... Insomma sono ITALIANO. L'Italia di oggi è in crisi economica, sociale e sopratutto etica. Il Paese è guidato da anni da una classe politica incapace, dove spesso si trovano individui che fanno solo i propri interessi se non addirittura corrotti o persino condannati per reati vari compresi delitti di mafia. Una grande quantità di cittadini è ipnotizzata da incantatori di serpenti e accetta tutte le frottole che vengono scodellate. Molti altri si sono arresi e accettano tutto come una fatalità. Ma l'Italia ce la farà. Sarà un processo lungo, che durerà forse 15 anni - o meno se c'è un forte sussulto di dignità e di ribellione - ma ce la farà. Buon compleanno ITALIA! (firmato) Pasquale ___________________________________ Caro Massimiliano, caro Pasquale, non so dirvi se ci vorranno 15 anni o meno affinché l'Italia e gli italiani recuperino la propria dignità. Ne' ritengo opportuno affrontare la cosa con bandiere di partito, perché si cadrebbe nella trappola delle regole ipocrite e non scritte che hanno distrutto la vera Politica con la P maiuscola nel nostro paese... e non solo. Ma, sappiatelo, ci stiamo lavorando e siamo in tanti, sempre di più. Peraltro l'eventualità che noi italiani usciamo dall'attuale crisi (che a dir la verità ci attanaglia da 40 anni) è quello che molti nel mondo temono, che noi italiani ci svegliamo. Sarà che siamo alquanto creativi, anche nel cavarcela, e se la nostra creatività non siamo costretti a sprecarla nel trovare modi per sopravvivere o arrangiarci, in genere noi tendiamo creare qualcosa che possa essere messo a disposizione per il bene ed il piacere di tutti (Arte, musica e cultura in genere, scienze e tecnologie, un raffinato design nel vestirsi come in ogni oggetto d’uso quotidiano, perfino il cibo e l'arte di prepararlo e servirlo, ecc.). Non che noi italiani siamo dei "santi", ma forse questo creare in positivo e senza arroganza o supponenza verso nessuno è la conseguenza del fatto che per secoli abbiamo subito l'arroganza altrui. Il che, pur non attaccando nessuno ('ché proprio non rientra nel nostro modo d'essere), mette però in evidenza la pochezza di molti, che solo in assenza degli italiani possono millantare la loro "grandeur" e supposta "superiorità". Temo che questo sia il motivo per cui ancora oggi noi italiani costituiamo un "disturbo" per molti. I fatti internazionali lo mostrano e dimostrano fin troppo spesso, anche di recente. Se poi quattro scalmanati che hanno l'ardire di definirsi "rappresentanti" del popolo italiano (ma che in realtà ben poco possono vantare d'essere stati democraticamente "eletti", vista quella patetica e spudorata buffonata che è l'attuale legge elettorale nazionale) si azzuffano senza alcun ritegno o vergogna facendoci fare un'ulteriore figura di merda davanti a tutto il resto del mondo, perché solo quello sembrano saper fare, senza distinzioni tra maggioranza ed opposizione... Beh, è chiaro che questo offre ulteriori spunti a chi all'estero ci vorrebbe fuori dai piedi! E noi italiani? Le nostre sopracciglia si possono solo inarcare nell'esprimere la nostra perplessità, le fronti si aggrottano nella crescente preoccupazione e le coscienze si rendono conto quanto lavoro in più ci toccherà fare per porre rimedio, come facciamo da sempre, a questi "buffoni di corte"... Perché proprio di una "corte dei miracoli" e di "miracolati" si tratta, gente che se non si fosse rifugiata in "politica" non varrebbe un fico secco. È bene precisare che ci sono molte brave persone in politica; forse sono anche la maggioranza sul piano numerico, specialmente a livello locale. Purtroppo non contano nulla dove e quando si fanno i giochi, poiché il vero potere è in mano a pochi, sempre i soliti, che impongono l'agenda e le scelte chiave a tutto il resto della classe dirigente italiana. Chi osa proporre cose palesemente a favore dei cittadini ma non "gestibili" e "controllabili" dall'alto, viene o eluso illudendolo con enfatici apprezzamenti ufficiali ed assicurazioni che le sue idee vedranno quanto prima la luce (ma quando mai!) dopo un attento vaglio (ah, ecco!), o ripreso in riservata sede perché sia più al servizio del partito e (fuori dai denti) meno rompicoglioni, o definitivamente reietto e messo all'indice. A livello nazionale, basta analizzare il numero sempre più eclatante di parlamentari che nelle ultime 5 legislature sono finiti nel cosiddetto "Gruppo Misto" (di fatto i "senza partito") prima della fine della legislatura. C'è da rimanere perplessi. Purtroppo, una maggioranza di pavidi sta al gioco o abbassa la testa; forse per attendere occasioni meno rischiose per dare sfogo alla propria voglia di fare qualcosa di cui essere fieri e per il Paese; forse anche per non perdere le ricadute economiche che lo stare su quel seggio gli mette in tasca; di certo dimenticando l'art. 67 della Costituzione che ne garantisce l'indipendenza e la dignità di rappresentanti del POPOLO, non dei capi di partito. A livello locale, la musica non cambia molto, specialmente nelle istituzioni regionali che fin troppi interessi toccano; e così nei comuni che contano. Solo in qualche piccolo e dimenticato paesino qualche eletto che ha ben chiaro cosa vuol dire fare gli interessi della comunità lo fa davvero, facendo strabuzzare gli occhi a tutta Italia quando si viene a sapere e facendo esclamare a molti "ma allora è possibile!". Questa maggioranza di politici per bene ma senza potere dovrebbero fare un piacere a se stessi ad ai propri concittadini: rileggersi la COSTITUZIONE ITALIANA. Scoprirebbero che il loro potere gli viene solo (lo sottolineo) dal POPOLO. Perciò, se invece di limitarsi a rimanere ipnotizzati con lo sguardo perennemente verso l'alto, scendessero tra la gente comune, cercassero di capire con umiltà cosa possono veramente fare, e contribuissero a dare voce la popolo come il loro ruolo richiederebbe, quel processo di recupero della nostra dignità potrebbe avvenire in un tempo di gran lunga più breve. Altro che 15 anni! Ma anche senza di loro, credetemi, ci arriviamo. Solo che allora chi non si è umilmente schierato con gli italiani quando ne avevano più che mai bisogno avrà difficilmente un futuro in Politica. Perché la VERA Politica richiede coraggio ed umiltà, spirito di servizio e volontà di dare e darsi per il bene di tutti, anche a costo di rimetterci di tasca propria. Ditemi, dove ed in chi vedete queste caratteristiche oggigiorno? Bah, possiamo solo sperare che qualcuno tra costoro si svegli dal torpore in cui la politicaccia all'italiana l'ha rincoglionito. Chiunque prenda man mano coscienza della faticosa ma giusta via verso una vera ResPUBBLICA ed una vera DEMOcrazia deve pazientemente lavorare per aiutare gli italiani tutti a ritrovare la forza di reagire. Ma non facendolo da soli. Dobbiamo anche scrollarci di dosso quella atavica tendenza ad essere un po' troppo individualisti, che tanto ci aiuta a fare di noi dei fantastici "solisti", ma che ci può solo ostacolare nell'affrontare problemi ben più grossi di noi singoli che perciò richiedono un "gioco di squadra"! Uno dei modi con cui ci hanno fin qui tenuti sotto controllo è proprio l'applicazione della regoluccia che gli antichi Romani avevano sapientemente sintetizzato in tre parole: DIVIDI ET IMPERA, cioè: tienili divisi e li comanderai a bacchetta. Dopo i primi 20 anni di Repubblica in cui gli italiani sono stati lasciati LIBERI da giochi di potere e faziosità e, guarda caso, hanno portato il paese e divenire la sesta potenza del mondo, dagli anni '70 la classe politica che conta ed i centri di potere (italiani e stranieri) che la manovrano o influenzano, spaventati dall’anelito di protagonismo dei giovani (’68) hanno inventato di tutto per mettere zizzania tra gli italiani e creare ad arte una perenne "EMERGENZA", additando sempre un "nemico" in casa da combattere, istigando la paranoia e l'odio tra le classi sociali, tra i sessi, perfino tra le generazioni, portando la divisione e lo schema della "politica di parte" dovunque ci fosse un potenziale anelito all'unità d’intenti, com'è stato nel sindacato (non più uno, ma uno per ciascun partito che contasse); e così nell'università, nella sanità, nei ministeri, tra le rappresentanze professionali, ecc. ecc. Perfino i movimenti e le associazioni della cosiddetta "Società Civile" ne sono stati contaminati, eliminando così il loro potenziale dirompente di aria fresca e nuove idee ed assorbendoli nel "gioco politico all’italiana" le cui regole sono finalizzate a mantenere il controllo sempre e solo nelle solite mani. Ultimi in ordine di tempo sono la distruzione del potenziale dell'ISTRUZIONE (scuole ed università, ma lo stilicidio iniziò già a metà anni '70, con un'elegante ed astuta eliminazione di fatto dell'EDUCAZIONE CIVICA nelle scuole del "Regno-di-fatto"!) e della MAGISTRATURA, fin da quando ha osato scoperchiare all'inizio degli anni '90 il marciume della politica, pure lì facendo passare costantemente da oltre 15 anni il messaggio "Italiani! Non fidatevi neanche di loro! Perché sono di parte, come noi!". Non vi ricorda il patetico e masochistico "Muoia Sansone con tutti i Filistei!"? Uno si aggrapperebbe alla speranza di un'opposizione che, una volta eletta e rimpiazzata la dirigenza ed i legislatori del Paese, riporti le cose ad una forma accettabile... E invece no! Un pianto anche su quel fronte! Disattesa la maggior parte delle nostre pie illusioni! Stesso conflitto d'interessi, stessa legge elettorale, stessa virulenza fiscale, troppo poco ciò che è stato migliorato rispetto all'altra parte! Per cui, come non pensare ad un gioco delle parti per darci un contentino e di fatto non cambiare nulla di ciò che veramente conta? Un paese sotto scacco, ecco cos'è l'Italia grazie a questa strategia che va avanti da 40 anni. Lo sanno bene, i poteri forti: possono tenerci sotto controllo solo finché siamo DIVISI. In questo desolante panorama, lasciate che vi porti un messaggio positivo. Come Pasquale ha fatto in passato, io ancora oggi viaggio molto ed in tutto il mondo, spesso vivendoci anche. Sappiate che c'è una maggioranza silenziosa che tifa per noi italiani, perché siamo una fonte di speranza anche per loro, come noi popoli che vogliono riscattarsi. Perciò, diamoci da fare! E, più che altro, impariamo a lavorare insieme e costruttivamente per uno scopo comune, almeno una volta tanto! Tenere le nostre individualità distinte e separate dalle altre significa isolarsi e contare al massimo sulle nostre forze. Mettere insieme le nostre individualità più che sommarle significa moltiplicarle, rendendone il potenziale immenso. Perciò conviene a tutti, perché allora saremmo in tanti, saremmo sufficientemente potenti, e non ci ferma più nessuno. Forse ci renderemo conto che è l'occasione per "vaccinarci" dall’essere solo e sempre "singoli italiani" e diventare finalmente un vero POPOLO ITALIANO, degno della propria SOVRANITÀ costituzionalmente sancita ma mai veramente posseduta ed esercitata solo per mancanza di una vera coscienza di sé e del proprio potenziale. Vostro, Guido De Simone

venerdì 3 luglio 2009

ED ORA? Percorso da qui alla vera Democrazia, aiutando tutti insieme il “Demos” (il Popolo) ad essere sovrano.

Appello agli italiani di buona volontà

Quanto è accaduto dal 1991 ad oggi dovrebbe far riflettere tutti.

Speranze, ingenuità, boicottaggi, delusioni

La voglia di cambiamento era ed è ancora palese. Ma tutti i tentativi profusi negli ultimi 19 anni hanno dato fin troppo pochi risultati e questo ha finito per sfiancare molte delle persone che ci hanno creduto e sperato e si sono date da fare.

Credo che un tale misero raccolto si possa spiegare con due errori di fondo da un lato e l’astuta quanto dissimulata controreazione dall’altro lato.

Prima c’è stato il tempo dell’ingenuità (1991/1994) in cui i cittadini si sono illusi (primo errore) che una volta alzata la testa tutto sarebbe cambiato, dimenticando che avevano di fronte degli abili esperti nell’uso degli strumenti della politica e della manipolazione altrui e della comunicazione.

Tanto abili che costoro,seppure messi con le spalle al muro nell’unico momento di debolezza che hanno accusato, sono riusciti ad usare la cosiddetta “Società Civile” come paravento per illudere tutti che il cambiamento era “davvero” in atto; mentre al contempo stavano riorganizzando le proprie forze.

Poi, i marpioni della “politicaccia all’italiana” hanno astutamente punito i cittadini che si erano ribellati, infliggendo loro la più cinica “pena del contrappasso”. E molti di quei cittadini sono caduti nella trappola con tutte le scarpe: secondo errore.

Molti di quei personaggi che si erano messi a disposizione della Società Civile, guarda caso tutti “ex” e “pentiti” della cosiddetta “Prima Repubblica”, hanno avviato le “grandi manovre”, convincendo quei cittadini che era “finalmente” il momento di “scendere in campo”, che equivale a dire che bisogna diventare una delle”parti” o aderire ad uno dei partiti esistenti.

Ma questo equivale anche e soprattutto a DIVIDERE coloro che prima erano uniti e forti di un unico obiettivo. Così, li hanno racchiusi negli ammalianti ma in realtà metifici meandri e meccanismi della politica di sempre.

Questo è potuto accadere perché, nonostante quella fosse l’intenzione iniziale annunciata, il famoso “obiettivo comune a tutti i cittadini di buona volontà”, di fatto nessuno ha avuto il buon senso di non farsi distrarre dalle abili “sirene” della politica di parte e si è impegnato seriamente e fino in fondo nel riscrivere le regole dell’etica politica, istituendo così gli anticorpi che potessero rendere la vita difficile ai manipolatori.

Per esempio, le PRIMARIE APERTE, che già in quegli anni ho inutilmente proposto, avevano quella forza. Un’occasione mancata.

E così i cittadini che si stavano “pericolosamente” (per i poteri forti) dando da fare furono assorbiti nei supposti “nuovi” partiti politici (… che di nuovo avevano solo il nome e la facciata), così di fatto costringendoli abilmente e paradossalmente a servire i vecchi poteri, anche se all’inizio comparivano solo i loro prestanome.

Infatti, col tempo, i vecchi nomi hanno fatto capolino, uscendo dall’ombra e da dietro i loro peones che fin lì erano apparsi pubblicamente. È sciocco negarlo, è stata un’operazione di riciclaggio da premio Nobel.

Coloro (per quanto pochi) che non hanno alcun interesse a cambiare le cose hanno dalla loro una posizione difficilmente attaccabile senza una forza ed una strategia adeguate.

Dalla loro posizione dominante, arroccati nei palazzi del potere che occupano da tempo immemorabile o fanno occupare a chi possono controllare, costoro tengono agilmente a bada tutto il Paese, gestendone ogni istituzione in nome di una “democrazia di facciata”. Ovviamente, hanno le loro mani anche sui media ed in tutti i servizi pubblici (amministrazioni locali, sanità, ricerca, università, imprese che abbisognano di aiuti pubblici, ecc., ecc.).

Grazie alla farraginosa burocrazia ed alla matassa appositamente intricata delle centinaia di migliaia di leggi italiane, possono ricattare chiunque, tirando fuori dei guai solo chi ne accetta le richieste, siano esse voti, tessere, favori o mazzette.

Grazie a quanto sopra ed ai media addomesticati, possono manipolare la popolazione e gli elettori (eventualmente anche disincentivandone la partecipazione al voto, tanto per ridurre lo sforzo e le forze necessari al controllo del “risultato di facciata” che “legalizza” il loro potere in nome d’una “democrazia” che in realtà è una democrazia-patacca), nonché scoraggiare o annichilire (o anche peggio) chi tenti di interferire ed interrompere il loro strapotere.

... No, non ho illustrato questo quadro per scoraggiare, bensì proprio per imparare dagli errori e proseguire nella direzione più opportuna, almeno evitando i precedenti errori.

Perché vi scrivo

Prima di proseguire, credo che sia opportuno chiarire chi sta scrivendo queste righe.

Io sono solo un semplice cittadino con un po' di coscienza civica, ne' pretendo d'essere di più o aspiro a divenire altro.

Non a caso, ho declinato ogni proposta, da qualsivoglia parte politica sia venuta, di "scendere in campo".

Innanzitutto, non mi va di giocare ad un "gioco" le cui regole sono fatte ad arte per far vincere chi ha vinto finora solo grazie a quelle regole, che consentono loro di annichilire chiunque provi ad entrare nel gioco per cambiarne il risultato.

In realtà, quelle "tentazioni" facevano parte delle usuali strategie messe in campo per distrarre dal proprio obiettivo chi può dare fastidio al Sistema, "comprandolo" con l'illusione che una volta eletto avrebbe potuto "cambiare tutto".

Nulla di più falso, visto che nel "Sistema" vigente anche gli eletti sono solo delle pedine e sempre più lo sono divenute.

Inoltre, anche solo entrando nel loro gioco elettorale, la posizione di chi vuol cambiare il "Sistema" diviene pesantemente debole ed attaccabile, poiché facendolo accedere all'agone politico è più facile tirare il malcapitato per la giacca impantanandolo negli argomenti più melmosi e pericolosi, vere e proprie trappole per infangarne più facilmente la reputazione fin lì intonsa.

Certi sedicenti "giornalisti" fanno solo questo nella vita, dopotutto servendo coerentemente il potere da cui di fatto deriva il proprio "ruolo professionale".

In effetti, una volta entrato nella "politica di parte", chi l'ha criticata fino ad allora può essere cinicamente sbugiardato con l'accusa d'essere ormai "uno di loro", che nell'immaginario collettivo purtroppo equivale ad un "politicante".

E nessuno mi toglie dalla testa che anche questa cinica condanna della politica diffusa tra la popolazione è stata astutamente voluta e perseguita da tempo per togliere dalla testa dagli italiani ogni illusione di poter alzare la testa.

No, a quel gioco non ho alcuna intenzione di giocare. Sarei un masochista.

Ho solo avuto la ventura (anche se qualcuno la definirebbe "sventura") di ragionare sui problemi della comunità a cui appartengo, detta "Italia", e di aver individuato una soluzione per superarli.

Ma le soluzioni di per sé non bastano.

Ben lo sanno tutti coloro che, in perfetta buona fede e con molto senso civico, hanno provato a cambiare le cose dagli scranni di un’assemblea legislativa, fosse esso il Parlamento Nazionale o quella di un ente locale. Ed altrettanto lo sanno coloro che si sono impegnati nei Referendum, unico strumento rimasto in mano ai cittadini e non a caso schernito in ogni maniera per disincentivarne l’uso.

Ma non importa quale sia la proposta. La gente è stanca e soprattutto è stanca di essere presa in giro e di perdere tempo in tentativi con ben poche prospettive di successo… Perché non possono avere successo?

Durante la Campagna per le Primarie spesso ho sottolineato che la vera Democrazia la si otterrà (perché a tutt'oggi non esiste in tutto il mondo alcuna DEMOcrazia vera e pienamente realizzata, checché se ne dica) solo quando essa potrà contare su di un "Demos" e perciò su di un vero popolo sufficientemente conscio del suo ruolo, dei suoi diritti, ma anche e soprattutto delle sue responsabilità.

Ci si faccia caso: la parola RESPONSABILITA' è una delle chiavi del decadimento (voluto) dalla società umana.

Non è un caso che i poteri forti abbiano progressivamente minato "l'Etica della Responsabilità", corrodendo fino al loro svuotamento tutte le forme e gli enti di controllo e le norme che puniscono chi abusa del potere o delinque nei campi che riguardano l'uso del potere.

Ma non basta. Per meglio perseguire ciò, è stato fatto di tutto per mettere le persone in uno stato di bisogno ed allentare i controlli ed indebolire le punizioni, aumentando la tentazione di farne profitto.

Il fine è di logorare i principi etici della gente comune ed indurli a comportamenti illeciti pur di sopravvivere.

In questo modo, per chi gli abusi li commette ai più alti livelli ed in grande stile diviene facile appellarsi ad un comportamento "comune" della società, da cui nessuno può sentirsi immune. Perciò, loro ed i loro comportamenti illeciti divengono solo un riflesso di come la società è.

E' di poco tempo fa l'alzata di scudi di una parte politica che ha letteralmente esultato quando è riuscita a far venire alla luce i gravi peccati ed abusi dell'altra parte, altercandone gli esponenti con un sarcastico ma estremamente realista "Benvenuti nel Club!.

Come se la "vittoria" non fosse nel combattere ed eliminare certi comportamenti da parte di chi gestisce il potere e tutela la legge, bensì nel sentirsi tutti egualmente e solidaristicamente "peccatori, furbi e vincenti".

Il che è peraltro un astuto ed efficace modo come un altro per tenere la popolazione sotto controllo ed evitare la ribellione degli onesti: eliminando progressivamente l'onestà e facendola divenire "minoranza", roba da “fessi”.

Come reagire

La Storia ci mette a disposizione sufficienti motivi di riflessione. È vero che le "rivoluzioni" sono sempre partite da un piccolo gruppo di persone particolarmente istruite e/o informate che perciò non sono riuscite più a chiudere gli occhi sul reale stato delle cose e sulle sue assurdità ed ingiustizie… ma anche perché, diciamola tutta, di fatto proprio quelle persone erano ampiamente danneggiate da quello stato di cose.

Ma senza un concreto appoggio popolare sufficientemente strutturato ed organizzato, quelle poche ispirate/disperate persone non sarebbero giunte a nulla. Ed infatti, chi l'ha fatto senza l’aiuto del popolo è finito male.

Invece, chi è riuscito a mettere le masse popolari dalla propria parte alla fine ha potuto soverchiare i tiranni del tempo, nonostante questi avessero un ampio controllo del potere.

Ed in effetti la Storia lo dimostra: un popolo deciso non lo ferma nessuno.

Però, tutte (lo sottolineo: tutte) le rivoluzioni che hanno coinvolto il popolo facendo leva solo sulla sua "rabbia" prima o poi sono costate molto, spesso moltissimo, sia in termini di vite umane, sia con le conseguenti e spesso paranoiche ingiustizie commesse perfino da parte di coloro che si ribellavano alle precedenti ingiustizie.

Violenza chiama violenza. Nella tradizione marinara è ben più d'una superstizione il detto che “le navi varate nel sangue sono condannate ad essere teatro d'altro sangue ed a finire nel sangue”.

La Giustizia, la Libertà e la Democrazia non le si possono perseguire adottando, anche solo temporaneamente, l'ingiustizia, la coercizione e la tirannia.

E' come se si desse ragione e ragion d'essere a coloro che si sta combattendo per le loro ingiustizie, coercizioni e tirannie. Quale differenza ci sarebbe tra costoro e chi li vuole destituire e sostituire se i metodi sono gli stessi?

È lo stesso principio che mostra l’assurdità della pena di morte: le comunità che applicano tale punizione definitiva minano il concetto stesso di giustizia e l’etica che dovrebbe fare di quel popolo un soggetto “migliore” di coloro che hanno commesso un reato danneggiando altri. Se io comunità uccido, come posso essere “migliore” di chi ha ucciso?

Pertanto, la Democrazia si persegue solo democraticamente,con il consenso, non con l’imposizione, la paura ed il ricatto.

Tale paradosso costituisce il primo segnale che nel tempo quella supposta "rivoluzione" è destinata al suo fallimento etico, poiché essa diviene un mero "rovesciamento" della precedente "concentrazione di potere", sostituendola con un'altra "concentrazione di potere".

Infatti, che sia una dittatura in nome di pochi aristocratici o in nome del "popolo", poco cambia: sempre dittatura è.

L'inizio di un percorso

Credo che sarebbe cosa utile ed intelligente se quei pochi che hanno aperto gli occhi cominciassero a parlarsi.

Aver avuto la fortuna di vedere e capire il vero stato delle cose, non è un privilegio, bensì è una RESPONSABILITA'.

Non è un "diritto", che farebbe di costoro dei patetici "gnostici" supponenti, bensì un DOVERE verso tutta la comunità, mettendosi al suo servizio con UMILTA'.

L’umiltà, l’altra grande assente nel panorama politico, a partire da quello italiano ma non solo, e sempre più carente anche sul piano sociale.

Ormai regna l'arroganza di chi si sente sempre più intoccabile. Sia perché ciò si fonda sulla propria reale potenza, sia che se ne usufruisca facendosi scudo del potente di turno e divenendo uno dei suoi guappi o manzoniani “bravi”.

Ma torniamo a chi potrebbe o vorrebbe fare qualcosa per cambiare questo stato di cose.

Bisogna prima di tutto smetterla d’essere divisi.

Non importa a quale “fazione” o per quale specifico obiettivo ci si batta.

Al di là di quei pochi che, da una parte politica o dell’altra, si spartiscono il potere, tutti gli altri, noi tutti, abbiamo in comune un enorme problema: qualsiasi siano le istanze, il “sistema” attuale, forte della propria inattaccabilità di fatto, non ha alcun motivo di dar retta a chicchessia salvo che non vi trovi una propria convenienza.

Prenderne atto, significa riconoscere TUTTI che abbiamo un OBIETTIVO comune: perseguire il passaggio ad un sistema che non permetta tale arroganza a chi è al potere.

Nessun particolarismo avrebbe sufficiente forza per opporsi ad una tale potenza.

L’unico soggetto che possa tener testa all’abuso di potere ed alla dittatura di fatto è IL POPOLO.

In sostanza, bisogna realizzare una vera DEMOcrazia.

Il prenderne atto e smettere di focalizzarsi solo sul proprio “orticello” rende possibile concepire e poi perseguire, tutti insieme, una STRATEGIA comune, NELL’INTERESSE DI TUTTI.

Rimanere divisi significa fare il gioco di chi il potere lo tiene ben stretto e saldo nelle proprie mani, proprio grazie all’applicazione del vecchio quanto efficace assioma “DIVIDI ET IMPERA”.

Infatti, fintanto che gli oppositori al “sistema” attuale sono divisi, essi sono deboli e perciò incapaci di fare alcun danno significativo. Non a caso, la "politicanteria" italiana ha infettato con il suo virus della divisione di parte tutti i contesti che potevano creare fastidi, distruggendone l’unitarietà e perciò la forza d’intervento.

Tra i tanti, basta vedere come il Sindacato e l’Università siano ormai stati ridotti ad essere una dependance dei partiti.

Stessa sorte è toccata a tutti i movimenti che potevano unire i cittadini in una battaglia comune. Mettendo su ciascuno di essi il cappello di uno dei partiti politici, se ne è automaticamente sconfessata l’universalità, defraudandolo delle simpatie della metà della popolazione che è stata convinta a vedere quel partito come un”nemico”.

In altre parole, i cittadini non hanno alcuna rappresentanza reale. Ma sono proprio loro il POPOLO SOVRANO.

Fintanto che nessuno si darà da fare, rimboccandosi le maniche, per aiutare il popolo ad essere veramente ed efficacemente SOVRANO, nulla cambierà.

Un percorso difficile ed irto di trappole, ma necessario

Non lo nascondo, è un progetto che richiederà moltissimo lavoro ed una paziente attività di costruzione i cui tempi sono difficilmente percepibili.

Ma i tempi saranno tanto più ridotti quanto più saremo capaci di non farci intimorire dalle barriere (normative e mediali) poste a difesa dello status quo e quanto meglio sapremo raggiungere i cittadini e comunicare con loro, con lo scopo primario di dare loro fiducia in se stessi e nel proprio ruolo, in nome della Costituzione e della legalità.

L’errore del “contro”

Chi pensa invece di infuocare le folle in nome della “gogna” e di un efferato giustizialismo, in realtà rischia solo di (e magari era proprio quello che voleva) provocare dei drammatici linciaggi morali o addirittura dei tragici linciaggi fisici, che macchieranno di sangue l’iniziativa condannandola a divenire un mero passaggio dalla padella alla brace.

Non solo, di fatto chi incita al linciaggio e gioca solo la carta del “CONTRO” sta solo usando le persone e non sta affatto facendo loro un favore.

Di certo non li sta trattando da persone degne di farsi carico del ruolo di veri CITTADINI, evoluti membri di un POPOLO SOVRANO che sa convivere nel rispetto di tutti e senza permettere abusi di potere a chicchessia, tantomeno a se stesso.

Al contrario, ancora una volta quel qualcuno le sta USANDO le persone, come pedine asservite al perseguimento degli obiettivi di vendetta e/o di presa del potere di quei manipolatori.

Ma anche se la politica del “contro” la si adotta in buona fede, in realtà si sta anche facendo un vero e proprio favore ai poteri forti, dando loro la possibilità d’apparire paradossalmente come “vittime” di “facinorosi e violenti oppositori e nemici della Democrazia” (!!!) che rifiutano la volontà popolare ed attentano a chi gli elettori hanno “voluto”.

Se gli oppositori usano metodi “violenti”, anche solo verbalmente, è facile per chi domina i media farli passare come ”antidemocratici” se non veri e propri “terroristi” agli occhi degli italiani.

Tale pregiudiziale fa terra bruciata intorno a chi vuol cambiare le cose, rendendo loro più difficile comunicare con i cittadini, che ne hanno quasi timore.

Perciò, l’unica strategia vincente e rispettosa dei principi stessi della Democrazia e una Politica ed una strategia “PER”.

È ora di iniziare

Sta a noi tutti creare gli "anticorpi" che aiutino le persone a percepire chi li usa e chi lavora per loro.

Mi auguro che questi miei pensieri a briglia sciolta siano il presupposto per incontrarci e per cominciare a lavorare, tutti insieme.

Non credo che, nonostante il logoramento e le delusioni cui sono stati sottoposti in questi ultimi 19 anni, gli italiani abbiano perso la voglia di cambiare.

Perciò, chi desidera partecipare ad un primo incontro può contattarmi ai recapiti in calce alla firma o, se lo vuol fare in forma pubblica, può usare questo Blog.

Mi auguro che il numero e la qualità delle risposte che riceverò mi “costringa” nelle prossime ore a creare un apposito Blog che consenta il dialogo ed il coordinamento, anche per chi ha poco tempo o ha problemi di distanza dalle eventuali riunioni locali.

Vostro,

Guido De Simone

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lunedì 29 giugno 2009

E' ora di fare qualcosa

Un anno e mezzo di silenzio... Beh, a volte il silenzio ti aiuta a riflettere meglio. Almeno, a me capita così. Oltre ciò, l'aver passato la maggior parte del tempo all'estero mi ha consentito di osservare le cose italiane con quel pizzico di freddezza che consente più oggettività di quella percepibile da parte di chi subisce la situazione sul campo. La confusione ed il disorientamento di chi ha visto man mano sfiorire ogni tentativo di un vero cambiamento, stanno sfociando in stanchezza, disperazione, cinica arrendevolezza, ed una rabbia che non trova sfogo. Ma il fallimento del passaggio ad una VERA e MAI raggiunta "Seconda Repubblica" è solo il frutto delle abili manovre di chi non vuole e teme tale cambiamento ed ha sfruttato e stimolato la cronica tendenza degli italiani all'individualismo e la loro perenne difficoltà nel superare i sospetti reciproci e nel "fare squadra". Così, è stato facile tenere gli italiani pateticamente e masochisticamente DIVISI, e pertanto troppo DEBOLI per perseguire un cambiamento vero e controbattere chi domina tutto e tutti, inclusa la comunicazione di massa, la cui manipolazione consente di far credere qualsiasi cosa, anche che siamo tutti felici e soddisfatti di come va ed è gestito il nostro Paese. In sostanza, i vecchi marpioni della politica (e coloro che, i veri "poteri forti", sono dietro costoro) hanno solo efficacemente applicato il vecchio metodo di gestione del potere (DIVIDI ET IMPERA) che con la mentalità italiana è gioco facile. Bisogna assolutamente ed immediatamente interrompere questo CIRCOLO VIZIOSO. Pertanto, con il mio prossimo post (articolo) farò un APPELLO, all'insegna del realismo ma anche dei valori (che ogni tanto è bene rispolverare) su cui si fonda una VERA DEMOCRAZIA, quella che mi auguro vogliano tutti. Perciò, spero proprio che siano in tanti a raccogliere tale appello, perchè proprio questo significherebbe UNIRE LE FORZE e quindi poter rimettere in moto il cambiamento agognato.

martedì 1 gennaio 2008

Anno nuovo, vita nuova... ? Sta a ciascuno di noi farlo diventare vero

Fino a qualche ora fa non ero ancora certo di quale uso fare di questo BLOG. Poi, memore della promessa che mi sono fatto qualche tempo fa di ritrovare la semplicita' delle cose, ho deciso di usarlo semplicemente per come blog e' concepito, una specie di "diario di viaggio" lungo quell'affascinante quanto sorprendente cammino che e' la vita Percio', questo e' quello che faro' da oggi in poi, affidando i miei pensieri di "viaggio" a queste pagine. Buon 2008 a tutti noi. ___________________________________________ Anno nuovo, vita nuova... Non importa se si e' a Roma o a Londra, a Pechino o Abidjan, a New York o Buenos Aires, il detto, magari con altre parole, e' comunque quello. Noi esseri umani ci attacchiamo a tutto pur di trovare la forza per affrontare i nostri problemi. Ogni ricorrenza diventa un taumaturgico giro di boa che ci consente di azzerare i nostri mancati obiettivi e darci coraggio per le nostre future imprese. Cosi' avviene ad ogni nostro compleanno o all'inizio di un nuovo anno, quando finisce un rapporto o all'inizio di uno nuovo, prima o dopo un viaggio o un periodo di vacanze, ecc. La cosa e' utile se diviene l'occasione per esaminare i propri errori e cosi' evitare di commettere le stesse ingenuita', ma diviene un pericoloso esercizio di masochistica ipocrisia se serve solo a far finta che i problemi da quel momento in poi sono tutt'altra cosa e che noi saremo "senz'altro" all'altezza di risolverli, pur senza aver preso atto dei precedenti errori. E' un po' quello che facciamo quando affermiamo d'essere "cambiati" nel momento stesso in cui abbiamo preso atto, spesso traumaticamente, di un nostro errore, formula che recitiamo a stessi ed agli altri per esorcizzare il senso di vergogna che proviamo nell'aver sbagliato. Capire un proprio modo sbagliato di pensare o agire e' solo il presupposto per POI cambiare, perche' un vero cambiamento di questa natura richiede tempo ed una verifica nei fatti che sia divenuto pienamente parte di noi e non solo una mera quanto vuota dichiarazione d'intenti. E siccome le "vuote dichiarazioni d'intenti" mi suonano familiari quanto i comportamenti di certi personaggi che che rivestono (piu' o meno propriamente) ruoli di responsabilita' verso la comunita', mi viene spontaneo pensare quanto sarebbe diversa questa Italia se tutti noi, loro inclusi (fermo restando che si ricordino d'essere, prima di tutto e quanto tutti noi, italiani, cittadini ed umanamente fallaci) facessimo un esame di coscienza e semplicemente smettessimo di compiere gli stessi patetici errori, magari addebitandoli per comodita' ad altri. Anno nuovo, vita nuova... ? Sta a ciascuno di noi farlo diventare vero. Intanto, io vi mando da Londra il mio BUON 2008! ... Non si sa mai servisse d'incoraggiamento ;-)

giovedì 25 ottobre 2007

  • Quella che segue è la LETTERA APERTA che ho inviato all'On. Ricardo Franco Levi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
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  • ----- Original Message -----
  • From: guidodesimone PRIMARIE.ORG
  • To: segreteria on. levi - palazzochigi
  • Sent: Tuesday, October 23, 2007 3:41 PM
  • Subject: Proposta dal basso di dialogo pubblico su INFORMAZIONE ED INTERNET, STRUMENTI DI LIBERTA' E DEMOCRAZIA.

Gentilissimo On. Sottosegretario Ricardo Franco Levi,

il tema della DEMOCRAZIA e quello dell’INFORMAZIONE mi stanno a cuore prima di tutto come cittadino.

Ma ulteriore interesse e dedizione in merito sono motivati dalla mia veste di fondatore del Comitato delle Primarie (oggi "Comitato delle Primarie Aperte") e primo firmatario della Proposta di Legge d'Iniziativa Popolare che istituisce le PRIMARIE APERTE in tutto il sistema elettorale italiano e perciò per ogni carica elettiva.

Come lei ben sa, una vera DEMOCRAZIA, l’unica che possa essere considerata tale, si regge su tre gambe: PARTECIPAZIONE, INFORMAZIONE e RAPPRESENTATIVITA'.

Tali fattori sono tutti e tre essenziali; una Democrazia cui manchi uno di essi diviene pericolosamente zoppa, claudicante e manipolabile o, peggio ancora, sostanzialmente falsa.

Per ciò che attiene alla RAPPRESENTATIVITA', lasci che Le suggerisca di visitare ed esplorare il sito http://www.laspedizionedei1001.it/.

Do per scontato il Suo senso civico e perciò sono certo che sarà più che lieto di prendere atto che i Suoi concittadini non sono stati con le mani in mano e che in Italia la Democrazia e la legalità, la vera Democrazia e la vera legalità, sono care a molti più italiani di quelli che se ne occupano ufficialmente e/o istituzionalmente.

Perché così tanti cittadini si occupano di qualcosa che costituzionalmente hanno delegato alle proprie istituzioni ed ai propri “rappresentanti”? Perché 15 anni sono tanti, troppi. È un intero scalino generazionale. E prima o poi l’inefficienza porta chi ne subisce le conseguenze a chiederne conto a chi l’ha provocata e/o non l’ha saputa gestire.

Gli italiani hanno sperato nel buon senso di coloro che, dopo il crollo del "Muro di Berlino" e Tangentopoli, avevano il motivo istituzionale, il ruolo istituzionale, il potere istituzionale e gli strumenti istituzionali per voltare pagina e traghettare il Paese dalla 1° alla 2° Repubblica.

Ma questo, checché se ne dica, non è mai veramente avvenuto. Anzi, siamo a tutt’oggi nel bel mezzo di un pericoloso guado dove l’eccessiva permanenza sta trasformandosi nell’incubo di vere e proprie sabbie mobili. Il mondo politico, prigioniero del "sistema" di veti incrociati che esso stesso ha generato nel tempo, non riesce ad uscire dal vicolo cieco in cui si è incastrato. Blocca perfino coloro che, probabilmente la maggioranza, sono in politica con la volontà di cambiare strada e metodo verso un sistema di gran lunga più DEMOcratico, anch'essi alla mercè della petulante ed egocentrica litigiosità dei "vertici" del sistema e dei loro "intrecci", politici e non, in cui perfino essi sono impigliati.

Mi augurando che Le sia chiaro che io, e chi come me si sta dando da fare dal basso e fuori dalle beghe dipartito per trovare una soluzione, non abbiamo alcun astio verso alcuno; ma di certo siamo consci dei limiti di tutti, nessuno escluso, compresi i nostri.

Perciò, mi lasci sperare che le persone di buon senso in politica apprendano con infinito piacere che i CITTADINI, senza alcuna etichetta di parte, hanno prodotto una SOLUZIONE che va alla radice del problema e LIBERA TUTI dalle pastoie in cui siamo TUTTI prigionieri.

Fatto sta, On. Levi, che Lei, come la stragrande maggioranza degli italiani e perfino coloro che operano attivamente in Politica, non avete alcuna INFORMAZIONE in merito a tale soluzione ed alla sua proposta... Me ne dà atto?

Ma non vorrei che pensasse che l’INFORMAZIONE MANCANTE, sia essa dovuta a disattenzione o reticenza, riguardi solo l'Iniziativa Legislativa Popolare che istituisce le PRIMARIE APERTE.

Anzi, in molti casi diviene addirittura CONTRO-INFORMAZIONE, come se ciò che non si riesce a tenere sotto silenzio, vada allora distrutto agli occhi degli italiani.

Fatto sta che da parecchie settimane, per l'esattezza dall'8 settembre scorso, i principali mezzi d'informazione ed alcuni personaggi del Mondo politico, invece di “celebrare” l'eclatante scoperta che i cittadini si erano decisi (evidentemente da parecchio per arrivare a tanto) a partecipare attivamente smuovendo la maleodorante lacustricità della politica italiana e perciò dando ragione e motivo d'orgoglio a chi aveva fin lì perorato la PARTECIPAZIONE come valore imprescindibile della Democrazia, stanno al contrario attaccandoli in ogni modo.

Questo coro di persone che si strappano pubblicamente le vesti, così scandalizzati da chi ha osato “attaccare” il sistema “democratico”, lo fa con uno dei più antichi sistemi manipolatori: focalizzandosi sulla "forma" della loro PROTESTA (che peraltro potrebbe trovare spiegazione nel fatto che altrimenti nessuno, come al solito, dava loro retta) invece che nel "merito" della loro PROPOSTA, e stanno cercando di farli passare addirittura per dei pericolosi reazionari. Il tutto senza dare alcuna opportunità di contraddittorio e di spazio a chi viene accusato. Brutto segno, direi, sia per l’INFORMAZIONE che per la DEMOCRAZIA. Non Le sembra?

Per mia cultura, io sono una persona piuttosto moderata, però, mi permetta di essere alquanto preoccupato del fatto che l'INFORMAZIONE sia riservata a chi ha il potere e punisce se non addirittura annichilisce e tiene nascosta la PARTECIPAZIONE altrui o, non potendo farlo, la spaccia per ben altro.

Specialmente quanto al contempo, glielo posso dimostrare dati alla mano, l'attuale processo elettorale che dovrebbe tutelare la RAPPRESENTATIVITA' DEMOCRATICA non ha un granché di DEMOcratico. Quindi, non vedo molte persone che si possano mettere sull’altarino della perfezione e nessuno che oggi come oggi si possa definire come effettivamente “eletto”.

Peraltro, mi scusi l’ardire, PER PRINCIPIO chi è eletto non dovrebbe sentirsi “superiore” ai suoi concittadini e titolare di più diritti, bensì, semmai, al loro servizio e con ben più doveri.

Ma veniamo ai fatti che sono di Sua competenza.

Credo che il Disegno di Legge sull'Editoria che porta il Suo nome abbia molti motivi d'essere e di certo dà ottime risposte a molti problemi, comprese le molte potenziali manipolazioni. Perciò il frutto di tanto lavoro, Suo e dei suoi collaboratori, è di certo il benvenuto e va oggettivamente apprezzato.

Però, come spesso accade nei PACCHETTI OMNICOMPRENSIVI, possono esservi incluse alcune "polpette avvelenate" che possono, voglio credere "involontariamente", fare molto danno se non letteralmente uccidere le poche cose positive ancora in essere in tema di Informazione.

Con queste parole Le vorrei far comprendere che tutti coloro, io tra i tantissimi, che stanno lavorando in POSITIVO e dal basso nel Paese, al di là di avere anche noi motivo d’essere arrabbiati come quei pochi che non riescono più a fare a meno di esternarlo, partiamo però dal principio che eventuali errori, fermo restando che siano tali, possano essere stati fatti in buonafede.

Ma se essi sono degli errori, vanno comunque corretti. E possibilmente prima che facciano alcun danno.

Noi esseri umani non siamo infallibili. Ma la nostra intelligenza ci permette sia d’imparare a posteriori dai nostri errori, sia d’affrontare un problema preventivamente, analizzandone i precedenti storici, ma anche guardando quel problema com’è oggi da quanti più punti di vista, quelli altrui appunto, e perciò ascoltando gli altri, specialmente coloro interessati allo o dallo stesso problema.

Ecco perché, specialmente quando si tratta di una materia che riguarda potenzialmente tutti ed è nell'interesse di tutti, ritengo che il migliore approccio per chi è preposto a mettere mano alle regole, sia di parlarne tutti insieme, o quanto meno CONSULTARE PRIMA i diretti interessati o una rappresentanza degli stessi.

L’INFORMAZIONE e la sua correttezza riguarda tutti i cittadini. Un mezzo di comunicazione che è a disposizione di tutti, come INTERNET, riguarda tutti coloro che ne fanno uso; potenzialmente tutti i cittadini, ma ad oggi di certo una percentuale minoritaria, di certo chi ne fa uso in virtù delle proprie LIBERTA' e dei propri DIRITTI COSTITUZIONALI.

Per quanto la percentuale degli italiani che usa Internet in modo sostanziale sia ancora bassa, la quantità di coloro che frequentano la "rete" è comunque misurabile in milioni ed è alquanto eterogenea. Forse questo ha scoraggiato chi, come Lei ed i Suoi collaboratori, ha lavorato alacremente per produrre il testo in materia da proporre al Parlamento ad aprire un consulto così ampio; e probabilmente non ne avete neppure avuto il tempo.

Però, mi permetta di ricordarLe che noi cittadini alle volte riceviamo a casa comunicazioni dal Governo via posta ordinaria con un costo enorme, che stiamo pagando noi, mentre il “popolo di Internet” è sempre e ben più facilmente contattabile con una semplice e-mail e senza alcun costo.

Se poi sono i diretti interessati, i cittadini che usano Internet e che ne fanno quotidianamente quello strumento libero e democratico che è, a proporre al Governo ed al Parlamento di aprire un dialogo costruttivo sul tema, credo che questa divenga UN'OPPORTUNITA' PER TUTTI di dimostrare la propria buonafede, un vero senso civico, la propria democraticità non solo a parole ed una sempre utile e produttiva costruttività.

E' in questo senso che Le do la mia disponibilità, come cittadino, nonché come presidente del COMITATO PER LE PRIMARIE e partecipante attivo ed abbastanza ascoltato in molti dei più recenti movimenti e gruppi di cittadini indipendenti da parti politiche (di cui le annuncio fin d'ora la più ampia partecipazione, tanto critica quanto costruttiva), ma in buoni rapporti anche con molte delle associazioni e dei movimenti più schierati, ad organizzare, di concerto con la Presidenza del Consiglio ed il Parlamento, un FORUM sul tema:

INTERNET ED INFORMAZIONE, STRUMENTI DI LIBERTA' E DEMOCRAZIA

Dialogo tra i cittadini e le Istituzioni sui relativi valori e la loro tutela, le eventuali carenze ed i possibili rimedi, all’insegna della Costituzione Italiana.

Per evitare costi che di questi tempi sarebbero un’ulteriore motivo di critica, l'incontro potrebbe eventualmente avvenire presso una sala tra le tante a disposizione delle istituzioni, purché:

  • si svolga prima che il testo del Disegno di Legge sull’Editoria sia ufficialmente portato in Parlamento,
  • la sede sia sufficientemente ampia per ospitare i molti interessati al tema, fermo restando che si può stabilire un metodo democratico per definire preliminarmente dei rappresentanti destinati agli interventi principali,
  • si svolga in uno o più giorni di fine settimana, per non ledere il diritto di chicchessia a partecipare e comunque ad assistere,
  • sia trasmessa in diretta via Internet e consenta un effettiva possibilità d’inviare messaggi da riportare ai presenti in aula (p.e.: proiettati sullo schermo principale),
  • non sia concepita come il solito susseguirsi di personaggi della politica che si alternano senza dibattito o riducendo quest’ultimo ad un tempo insignificante, ma diventi principalmente un’occasione preziosa per i politici d’ASCOLTARE E CAPIRE le ragioni dei cittadini e poi dibattere tutti insieme, senza privilegi per alcuno,
  • chieda a tutti i partecipanti un approccio ed un comportamento basato sul rispetto reciproco e sull’assenza di pregiudiziali,
  • sia preceduta e eventualmente seguita da un dibattito su Internet.

Le dico fin d’ora che, al di là della grande sala, noi cittadini siamo in grado di supportare tecnicamente un evento del genere con i nostri siti e blog, garantendone la più ampia visibilità ed interattività sulla rete. Perciò ci mettiamo a disposizione.

Di fatto, tale evento potremmo organizzarlo noi stessi, collegando piccole sale via Internet in tutta Italia ed accontentandoci di avere come ospiti del mondo politico quei pochi che risponderebbero al nostro invito a titolo personale o a nome delle loro parti politiche più che come rappresentanti delle istituzioni.

Perciò, credo che questo non risolverebbe il problema di realizzare un dialogo costruttivo proprio tra le istituzioni ed i cittadini interessati su di un tema così delicato.

Pertanto, La prego di considerare questa mia come una LETTERA APERTA, che per trasparenza, verrà pubblicata su Internet mettendola così a conoscenza di tutti gli interessati, ed un’iniziativa dal basso che dà alle istituzioni l’occasione per ascoltare i cittadini con il rispetto che è loro dovuto e che proprio questo darà motivo ai cittadini partecipanti di garantire il pieno rispetto delle istituzioni da cui solo così si sentirebbero rappresentati.

La ringrazio fin d'ora della Sua attenzione e Le auguro il migliore proseguimento del Suo lavoro nell'interesse del Paese.

Cordiali saluti, Guido De Simone

Presidente

e-mail: guidodesimone@primarie.org

Tel. mobile IT: (+39) 348.3318633

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COMITATO PER LE PRIMARIE APERTE

I Cittadini per l’Introduzione per Legge nell'intero Sistema Elettorale Italiano delle Consultazioni Primarie Aperte al Popolo Sovrano ai fini della Proposta e della Selezione delle Candidature

Associazione temporanea di scopo, senza scopo di lucro ed apartitica, tra singoli cittadini

Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM

Tel. 06.85.237.264 - Fax 06.8535.0187

http://www.primarie.org/ - info@primarie.org

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COMITATO ORGANIZZATORE DE "LA SPEDIZIONE DEI 1001"

Organismo no-profit gestore della Campagna "Verso l'Italia delle Primarie" che promuove la relativa Proposta di Legge d'Iniziativa Popolare

Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM

Tel. 06.85.237.437 - Fax. 06.8535.0187

http://www.laspedizionedei1001.it/

info@laspedizionedei1001.it ______________________________________

venerdì 28 settembre 2007

MANCA UNA VERA INFORMAZIONE, ma la soluzione c'è

L'evidenza dei fatti: sui media nazionali passa solo ciò che ha il cappello o l'etichetta di un partito. Chiunque si permetta il “lusso” e “l’affronto” di rimanere indipendente dalle parti politiche è passibile di rimanere nel totale anonimato e viene reso vano ogni suo tentativo di far conoscere la propria esistenza e le sue eventuali proposte agli italiani tramite i media più importanti e diffusi, cioè quelli che veramente contano. Eppure la POLITICA non può essere solo "di parte". In un sistema veramente democratico, oltre alla visione di parte che ogni partito può legittimamente rappresentare, deve poter esistere ed avere visibilità ed ascolto anche chi, INDIPENDENTE DA QUALSIASI PARTE IN CAMPO, proponga a TUTTE le parti politiche l'attenzione su temi e problemi specifici della comunità ed eventuali soluzioni.
Sarà poi chi scende in campo, e concorre per ottenere il consenso degli elettori per ottenerne la delega, a dover dare seguito a tali denuncie e soluzioni.
Ma è bene che i cittadini siano informati anche e soprattutto da fonti INDIPENDENTI. Ma se l'accesso all'informazione ce l'hanno solo coloro che fanno parte del “sistema” di potere o che si alleano con un partito, è chiaro che LA POLITICA NON DI PARTE, detta anche ALTA POLITICA, NON HA ALCUNA VISIBILITA'.
Colpa dei partiti che condizionano i media o dei media che non fanno il proprio mestiere? Potremmo avventurarci in una defatigante indagine, ma nel frattempo il problema rimarrebbe, a danno di noi cittadini cui è negata ogni visibilità. Allora, cosa possiamo fare?
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LA PROPOSTA Come direbbe Indro Montanelli: Se ci manca l'accesso ad ogni mezzo d'informazione che conta, creiamocene uno nuovo. ______________________________________________
Vista la massiccia voglia di protestare, ma anche di partecipare e proporre, che cerca sfogo in Italia, dovremmo mettere a disposizione di TUTTI i cittadini un mezzo d’informazione che permetta una comunicazione interattiva, facendo così dei cittadini i veri protagonisti ed attori del cambiamento. Come? La prima risposta che verrebbe in mente è che per fortuna esiste INTERNET grazie a cui l'interattività sarebbe assicurata.
Ma i dati denunciano che la percentuale di coloro che in qualche modo accedono ad Internet non supera, almeno a tutt'oggi, il 42/45%. Peraltro, quel 42/45% è fin troppo ottimistico: solo il 32/35% degli italiani fa un uso costante ed autonomo della rete. Pertanto, Internet garantirebbe solo ad 1/3 degli italiani l'accesso un mezzo d'informazione.
LA SOLUZIONE
Questo mi ha fatto venire un'idea: perché non creare una specie di INTERNET DEI POVERI?
Mi viene spontaneo definirla "PEOPLENET", la “Rete della Gente”! :-)
Ritengo fondamentale fondare, stampare e distribuire un giornale interattivo, con diffusione capillare, gratuito (tipo "free-press"), le cui notizie saranno in gran parte fornite dai suoi stessi lettori, cittadini e associazioni.
Queste sono le sue caratteristiche:

CONTENUTO ED IMPAGINAZIONE:

  • 1 pagina internazionale,
  • 1 o più pagine con notizie nazionali,
  • molte pagine locali, dedicate alle notizie che interessano il rispettivo territorio, dalla regione al quartiere.
  • L'interattività sarà assicurata dalla pubblicazione sull'ultima pagina di un modulo con cui il cittadino, compilandolo e restituendolo presso i punti di distribuzione (bar, ecc.) o spedendolo via fax/posta (ma sarà ovviamente disponibile anche sul sito del giornale), ha la possibilità di comunicare fatti, idee e denuncie (specialmente locali) che saranno pubblicati sul numero successivo qualora siano selezionati dalla "redazione" e fatte le debite verifiche.

Qualora più persone propongano argomenti simili o riferiti alla stessa notizia, la redazione ne farà una sintesi, citando i cittadini che li hanno proposti (previo beneplacito dei proponenti).

DISTRIBUZIONE: i cittadini della Società Civile, distribuiti capillarmente su tutto il territorio italiano, li porteranno capillarmente in tutti i bar e negozi che accetteranno di convenzionarsi e lo volantineranno nei luoghi affollati (principali fermate dei mezzi pubblici, università, mercati, supermercati, mercatini, ecc.).

Credo sarebbe utile anche l'allestimento di DAZEBAO (bacheche) in alcuni punti chiave dei quartieri, siano essi stradali o presso bar convenzionati (più protetti). Diverrebbero bacheche pubbliche sia per l'affissione delle pagine dell'ultima edizione del giornale, sia come ulteriore forma di interazione con la cittadinanza che vi può lasciare le proprie comunicazioni (cassetta postale).

PERIODICITA': Si può iniziare con una cadenza quindicinale (ogni due settimane) passando poi a quella settimanale. Le eventuale due edizioni a settimana o quella quotidiana dipende dal successo dell'iniziativa e dalla sua economicità.

FORMATO: usando come formato aperto un foglio A3 (cm. 42 x 29,7), il formato del giornale chiuso corrisponde ad un A4 (21 x 29,7).

STAMPA: visto il formato, chiunque potrà localmente stampare e distribuire il giornale. Basterà:

  • stampare le pagine in formato A4 con la propria stampante (quelle nazionali ed internazionali ricevute dalla redazione centrale) e ingrandirle al formato A3 mentre si fotocopiano,
  • per quantità oltre 500 copie, è meglio far stampare tutto ad una tipografia di zona convenzionata.

Il numero delle copie da stampare aumenterà man mano che non vi saranno “resi”.

Prevedo una diffusione molto alta poiché sono i lettori stessi a poter scrivere i contenuti, e tutti sarebbero curiosi di sapere cosa viene fuori ad ogni numero.

REDAZIONI: una redazione centrale (per le notizie nazionali ed internazionali), e tante redazioni locali, molto agili (singole persone coordinate via Internet), almeno una per regione; ma dovunque sia possibile si punterà quanto prima ad una base minimo provinciale, oppure, se opportuno, per "bacini territoriali" affini sul piano sociale, con la dimensione minima del comune o del grande quartiere/quadrante cittadino. Le redazioni, specialmente quelle locali, saranno costituite per la maggioranza da volontari ma non è esclusa la collaborazione di eventuali professionisti che si rendano disponibili. Se l'operazione riuscirà anche sul piano finanziario, diventerà possibile stipendiare dei collaboratori fissi.

Se il progetto prenderà la piega che immagino, diventerà la testata col maggior numero di collaboratori e firme della storia dell'informazione. Qualora le notizie/denuncie fornite dai cittadini diventino troppe, per evitare che ogni redazione locale debba verificare la veridicità e fondatezza di tutte, saranno pubblicate come "notizie ufficiali" solo quelle verificate e verrà creata una specie di rubrica “spazio aperto” dove), ordinandole per temi, tutte le notizie non verificate verranno pubblicate alla stregua di "inserzioni" di cui siano perciò responsabili sul piano legale solo i rispettivi autori.

Saranno comunque escluse le comunicazioni che costituiscano un reato (p.e.: insulti, istigazioni a delinquere, ecc.). Ribadisco che le notizie verificate saranno pubblicate come "notizie ufficiali" del giornale.

FONTI ECONOMICHE: Se i numeri ci daranno ragione, la pubblicità e le sponsorizzazioni su di un mezzo di tale diffusione saranno piuttosto ambite e richieste, ma saranno comunque accessibili solo ad inserzionisti e sponsor compatibili sul piano etico con lo spirito dell'iniziativa. Allo scopo, una commissione etica sarà eletta periodicamente dagli azionisti.

COMPOSIZIONE SOCIETARIA: Non avrei grandi problemi per costituire un'ampia cordata di Piccoli e Medi Imprenditori (minimo 100) interessati a far decollare il progetto.

Però ritengo che sarebbe molto significativo se questo progetto nascesse come PUBLIC COMPANY, ovverosia una società ad azionariato diffuso popolare. Se la maggioranza degli aderenti ai maggiori movimenti italiani non etichettati (a partire dal più recente ed eclatante caso dei "Grilli") e tanti altri singoli cittadini sottoscrivessero una quota di pochi euro ciascuno, si raggiungerebbe subito il capitale sociale necessario ad avviare l'impresa senza problemi economici di sorta.

L'azionariato popolare sarebbe la maggiore garanzia dell'assenza di specifici "indirizzi politici di parte" e che la linea editoriale sarebbe votata a dare voce alla popolazione ed alla sua parte più attiva: la "società civile".

IL NOME DELLA TESTATA: credo che sia giusto che siano tutti i sottoscrittori delle quote a poter votare democraticamente il nome del giornale, scegliendolo tra quelli proposti o proponendone altri nel periodo che precede l'assemblea di costituzione della società. La votazione finale sarà a doppio turno: prima si vota la selezione dei dieci nomi più gettonati, poi la votazione finale tra i due nomi finalisti.

"il Grillo parlante", "Dazebao", “Demos”, "L'Ombrello" e "Fratelli e Sorelle d'Italia" sono solo alcuni esempi, i primi che mi vengono in mente. E' importante che il nome renda subito chiari i seguenti concetti:

  1. Informazione dal basso;
  2. comunicazione interattiva: bi-direzionale (i lettori sono anche potenziali redattori);
  3. Democrazia;
  4. Organo popolare;
  5. Oggettività e spazio a tutte le idee;
  6. Assenza di propensione per qualsiasi parte politica o ideologia.

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--------------- ADESIONI ---------------

I cittadini interessati possono comunicare la propria disponibilità per una o più delle seguenti voci:

  1. Sottoscrizione di una quota (tra 1 e 10 Euro).
  2. Collaborazione con una redazione locale.
  3. Stampa di copie locali del giornale.
  4. Distribuzione locale del giornale.
  5. Gestione amministrativa.

comunicandolo con i propri dati anagrafici ed i recapiti ad uno dei seguenti indirizzi:

  • presso questo BLOG (http://guidodesimone.blogspot.com) inserendola come commento a questo POST (solo se si vuole rendere pubblica la propria adesione. Ma si sconsiglia l'inserimento dei propri dati anagrafici e recapiti che vanno perciò comunque inviati con una delle altre modalità;
  • Posta: Guido De Simone, Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM;
  • Tel. 06.85237.1;
  • Fax: 06.85350187.

Grazie a tutti fin d'ora. Guido De simone guidodesimone@primarie.org guidodesimone@laspedizionedei1001.it http://www.laspedizionedei1001.it/ http://www.primarie.org/ http://guidodesimone.blogspot.com/